La storia di Grazia Maria Francese s’intreccia strettamente
con quella del romanzo “Roh Saehlo – Sole Rosso”. Ha incominciato a scriverlo
nel 1985. La prima stesura era del tutto diversa da quella attuale: il percorso
di definizione del testo si è sviluppato in parallelo con la vicenda della sua
evoluzione personale. In quel periodo ha incominciato a praticare Kendo
(scherma giapponese). Da lì si è avvicinata alla cultura tradizionale del paese
del Sol Levante: ha imparato la lingua e ha avuto la fortuna di andare spesso
in Giappone, grazie al suo insegnante di Kendo e Zen. Nel frattempo il
manoscritto di “Roh Saehlo” giaceva nel cassetto, dimenticato (o quasi). Due
anni fa l’ha ripreso in mano e si è decisa a pubblicarlo.
Il libro: “Anno Domini 568. Un popolo del nord invade
l’Italia: i Winnili, “quelli che vincono”. In pochi anni s’impadroniscono di
una parte del paese e vi fondano il loro regno. Per destabilizzarli, i
Bizantini mettono in atto una strategia subdola: eliminare tutti i loro re.
Albwin e Cleio sono già stati uccisi in congiure di palazzo. Autharen figlio di
Cleio, eletto re nel 584, per evitare la stessa fine ha selezionato un gruppo
di fedelissimi: le Lance Spezzate. Tra loro c’è una donna, Vanyamond, figlia di
un principe dei Winnili e di una latina. Ha imparato a combattere per
difendersi dai soprusi del duca di Plumbia. Oltre che guardia del corpo del re,
diventa la sua concubina. Le cose cambiano quando Autharen deve sposare una
principessa straniera: Theudelinda…”
Pietro De Bonis: Ciao Grazia! “Roh Saehlo – Sole
Rosso” il tuo bel romanzo, finalmente mi verrebbe da dire, leggendo la tua
biografia.
Grazia Maria Francese: Ciao Pietro, mi sono decisa a pubblicarlo
perché quest’anno compio 60 anni. Nella vita arriva il momento in cui bisogna
concludere ciò che si è cominciato, o si rischia di non riuscire più a farlo.
Pietro De Bonis: Come dove e quando ti nasce la passione per la cultura
orientale?
Grazia Maria Francese: Inizialmente non ero interessata alla
cultura orientale. Sull’onda delle emozioni provate scrivendo il primo abbozzo
del romanzo, volevo semplicemente provare cosa significa usare una spada. La
scherma occidentale mi sembrava troppo artificiosa: ho cercato qualcosa di più
autentico. L’ho trovato in Giappone, paese dove il Medioevo è finito solo 150
anni fa. Da lì mi sono avvicinata alla cultura tradizionale.
Pietro De Bonis: La prima cosa che tieni a specificare riguardante il
contenuto del tuo libro.
Grazia Maria
Francese: Si tratta di un romanzo storico.
L’azione si svolge tra il 568 e il 590 d.C., un momento cruciale nella storia
d’Italia. I Winnili, chiamati anche Longobardi, irrompono come un uragano nel
vecchio tessuto della civiltà latina logorato da secoli di guerre. Da questo
incontro/scontro tra due culture nasce la nostra civiltà. Purtroppo le fonti
storiche di quel periodo sono davvero poche. Inoltre si tratta di testi scritti
da monaci cristiani, i quali ovviamente giudicano le usanze e le tradizioni dei
Winnili del loro punto di vista. Il mio libro cerca di andare oltre. Ho
raccontato la vicenda (che è movimentata, ricca di colpi di scena e non ha un
happy end) adottando il punto di vista dei cosiddetti “barbari”.
Pietro De Bonis: Per il fatto che il tuo sia un romanzo storico, quindi
attinente più possibile ad accadimenti reali, la ricerca di fonti storiche
plausibili, è stata difficile? Quanti hai tenuto alla cura dei dettagli
spazio-temporali?
Grazia Maria Francese: Per anni ho raccolto ogni minima informazione
sui Longobardi. Volevo sapere tutto di loro: cosa mangiavano, come si
vestivano, come parlavano... ho ripescato frammenti della loro lingua,
considerata estinta, e riportato alla dizione originale i nomi di
persona latinizzati. Ho studiato le antiche saghe dei popoli scandinavi, perchè
Longobardi arrivano da lì: e le usanze dei popoli delle steppe, con cui si
mescolarono nel corso di una lunghissima migrazione. Ma il passaggio
fondamentale è stato quello di calarmi, per così dire, nel loro mondo e immaginare
che cosa ci fosse intorno. Spero di essere riuscita a farlo vedere. Non so
quanto la mia visione sia accettabile per gli studiosi di storia medioevale, ma
ho studiato tanto.
Pietro De Bonis: Nel Buddismo giapponese si parla di uno strato dell’io chiamato
“Alayashiki”, che contiene frammenti di ricordi della vita di altri esseri
viventi. Leggevo
che è successo proprio questo con alcuni personaggi del tuo
romanzo.
Grazia Maria Francese: Ovviamente non pretendo di essere la
reincarnazione di qualche mio personaggio: non credo nella reincarnazione. La
coscienza Alaya (chi ha letto i romanzi di Yukio Mishima sa cosa sia) non è una
vera e propria anima individuale, piuttosto un agglomerato di ricordi. Come può
essere il DNA. Un mix di frammenti: forse ne ho ereditato qualcuno o sono
riuscita a coglierlo. Il silenzio interiore che apre lo Zen fa affiorare cose
anche remote. Fatto sta che visitando i luoghi in cui è ambientata la storia,
ho provato spesso la sensazione di un dejavu. Questi luoghi si trovano in
Italia e sono meravigliosi: vale davvero la pena di andare a vederli! Al
termine del libro ci sono alcune schede che li presentano.
Pietro De Bonis: Vuoi leggerci un breve passo del tuo “Roh Saehlo – Sole Rosso” ?
Grazia Maria Francese: Vi leggo un passo del capitolo “L’assedio di
Ticeno”.
“Lentamente, l’alba tende veli grigi tra i
rami degli alberi. Il fiume s’indovina da un mormorio sui greti. Gli zoccoli
dei cavalli scivolano sui sassi viscidi, incespicano risalendo la riva. Ombre
irte di punte di lancia emergono sull’argine, una dopo l’altra. La pioggia è
cessata: una nebbia biancastra stagna sulle rive del fiume Tsein, satura del
profumo di foglie e di erba schiacciata.”
Ticeno è
l’attuale città di Pavia. Il fiume Tsein è il Ticino (lo chiamano ancora così
nel dialetto locale). E’ l’incipit della prima scena che ho scritto, 30 anni
fa. Ricordo ancora la sensazione di panico che provavo di fronte a un foglio di
carta bianca, dove tutto dipendeva da me…
Pietro De Bonis: Tra le opinioni dei tuoi lettori, ce ne è stata una che mai
avresti immaginato?
Grazia Maria Francese: Ho ricevuto splendide recensioni al mio
lavoro (quelle su Amazon sono tutte a 5 stelle) ma la sorpresa è stata un
messaggio che ho trovato sulla segreteria telefonica. Diceva così: Grazia, ho
finito il tuo libro. In casa mi credevano impazzita: leggevo durante i pasti,
di notte, mi chiudevo in bagno per leggere… non vedevo l’ora di arrivare alla
fine. Il seguito quando lo scrivi? Detto da una persona posata come Claudia, è
il complimento più bello che mi abbiano fatto.
Pietro De Bonis: Mi accennavi a nuovi sviluppi, a un seguito di “Roh Saehlo – Sole Rosso”…
Grazia Maria Francese: Sì, ho già scritto alcuni capitoli del
seguito di Roh Saehlo che forse s’intitolerà “Ali di falco”. Non avevo
intenzione di scrivere un seguito: ma alcuni personaggi secondari si sono
rifiutati di morire, e chiedono a gran voce che si racconti anche la loro
storia. In parallelo sto scrivendo un racconto lungo, o romanzo breve (non so
ancora esattamente che dimensione avrà) centrato sulla figura di Paolo Diacono.
Il tema delle fonti storiche mi affascina.
Pietro De Bonis: Grazie Grazia per questa intervista. Dove possiamo
acquistare
“Roh Saehlo – Sole Rosso”?
Grazia Maria Francese: Roh Saehlo è stato pubblicato, finora solo
come ebook, nella collana “Altrastoria” della Casa Editrice Soldiershop. Penso
che tra non molto verrà realizzata anche un’edizione cartacea. Le illustrazioni
sono state fatte dal Dottor Enrico Ricciardi, un collega (siamo medici
entrambi). Il libro si trova su Amazon, Kobo e tutte le maggiori vetrine online
semplicemente digitando Roh Saehlo oppure Grazia Maria Francese.
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